NOTTE STELLATA

di Vincent Van Gogh
Museum of Modern Art di New York.

 

Ci sono notti che non vorresti vivere.
Il freddo era pungente, sotto la coperta mi raggomitolavo e volevo sparire. Non saprei dire se fosse la paura
di esistere che mi attanagliava l’anima in un vortice di annichilimento o la rabbia per quel silenzio del
mondo che mi schiacciava sul fondo del non-essere.
Eppure doveva esserci una ragione al perché di quella mia esistenza così difficile, travagliata, spesso
amareggiata dalle incomprensioni. Mi domandavo : ma io cosa comprendo di questa vita?
Sotto la coperta il buio era fittissimo, il cuore mi batteva forte, il mio respiro era affannoso.
Scostai la coperta e gli occhi mi andarono alla finestra.
Una strana luce filtrava attraverso le imposte. Due notti cominciarono a fronteggiarsi in una lotta titanica :
la notte dell’anima mia, pesante che mi inchiodava in un insopportabile immobilismo di pensiero e l’altra
notte , che suadente come un canto di sirene mi richiamava fuori all’esterno.
Non ero io quello che amava andare a rubare la luce al giorno, ai fiori, all’acqua?
Fu un attimo.
Mi alzai di scatto.
Giacca. Cappello. Sciarpa.
Percorsi la strada fino alla piccola altura fuori Saint-Rémy-de-Provence . Gli occhi mi si aprirono grandi e
l’anima spalancò i battenti al respiro della luce.
Mille piccoli soli rutilanti disegnavano nel cielo la bellezza dei sogni che chiedono di essere amati e
sembravano fare vibrare il cipresso che si stagliava davanti a me coinvolgendolo in una danza di fuoco.
Non persi tempo…presi la china della strada …dovevo dare visibilità ai miei sogni anche se generati da
tormenti esistenziali.
Tornato nella mia povera stanza in preda all’estasi, la mia notte quella che mi aveva fatto sprofondare
nell’abisso dello sconforto, in poche e rapide pennellate si illuminò di colori con la forza che hanno i sogni
che prendono vita.
Rita Crimì
20 marzo 2021

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