La casa dell’impiccato di Paul Cézanne
(Fiammetta Filaci)
All’aperto il profumo della biancheria stesa ad asciugare e l’abbaiare dei cani. Non c’erano oggetti superflui ma a noi ragazzi non mancavano abbondanti merende con pane di casa appena sfornato ed olio di frantoio. Rivedo le corse al fiume, i bagni nell’acqua gelata ed il ritorno all’ora di pranzo sporchi ed affamati. Quanta felicità! La sera in cortile si raccontavano storie e noi sospesi ad ascoltare, Quanti anni erano passati? Tanti, troppi. Poi una mattina quella lettera del notaio, la zia era morta ed io ero l’unica erede.
Catania 29 aprile 2020