Io e il Villaggio
Marc Chagall – 1911
Museum of Modern Art di New York
(Rita Crimì – Il mio villaggio)
Come smise di piovere mi sedetti su una panchina. Una nebbiolina impalpabile rendeva evanescenti i contorni degli alberi, delle case e delle poche persone che mi passavano vicine …. Mi arrivavano profumi dolci e intensi dalle patisserie vicine. Furono proprio questi che mi solleticarono e fecero riemergere all’improvviso ricordi remoti della mia infanzia e di parte della giovinezza vissute in quel piccolo villaggio. Oh Vitebsk! era ancora viva nel mio cuore: il suono della campana del campanile, il profumo del latte, l’occhio nero e profondo della mucca, le case piccole, il fumo dei comignoli cominciarono a disegnarsi nel ricordo con una forza tale per cui persone animali case si affollavano e si sovrapponevano stravolgendo le leggi razionali del tempo e dello spazio. La memoria con grande generosità me li stava riproponendo con delle regole nuove dettate dal sentimento affettivo che mi covava dentro. Era come se ogni cosa fosse legata in modo indissolubile all’altra fuori dal tempo reale dipanandosi in spazi emotivi immensi che solo la fantasia mi aiutò più tardi a fissare in pochi centimetri quadri.
Ecco, vedi caro amico, la memoria di ciascuno di noi è come un grande scrigno che secondo il momento in cui lo apri i ricordi ti si ricompongono in modi infiniti. La memoria, che grande caleidoscopio!
Ognuno di noi ha il suo villaggio nel cuore.
Catania 3 maggio 2020