Contributo delle bdt al dibattito sulla legge quadro di riforma del terzo settore

L’Associazione Nazionale delle Bdt, in Arta Terme, dal  28 al 31 Agosto 2014 ha elaborato il sottostante documento che siamo ben felice di pubblicare nel nostro sito.

— 00O00 —

 

Arta terme 28/31 Agosto 2014

 

Contributo delle bdt al dibattito sulla legge quadro di riforma del terzo settore.

 

L’Associazione Nazionale delle banche del Tempo esprime un giudizio molto positivo sulla proposta di una legge quadro del Governo rispetto alla definizione e alla riorganizzazione del terzo settore, nonché al sostegno dei soggetti che ne fanno parte, attraverso l’introduzione del Servizio Civile e della stabilizzazione del 5 per mille.
Tutte le associazioni, enti, fondazioni, movimenti di volontariato e di solidarietà, integrando il compito del welfare statale, hanno dato vita in Italia a una massa critica di milioni di persone. Essa concorda, generalmente, sulla visione di una società più coesa e di un’economia eco-sostenibile, eco-solidale, critica verso il consumo parossistico e l’edonismo spasmodico che considera il denaro come unico generatore simbolico di valori facendo regredire l’uomo da semplice consumatore a cliente.
All’interno di tale realtà, le BdT, con le loro competenze, l’organizzazione e la diffusione sul territorio, hanno ormai conquistato negli ultimi vent’anni uno spazio non marginale presentandosi come un fenomeno in continua espansione e dall’identità molto innovativa.
Le bdt rappresentano un concetto rivoluzionario di socialità: il bisogno delle persone di aggregarsi attorno a valori e scopi di pace, di  solidarietà e di fraternità, nelle BdT prende una forma organizzativa particolarmente funzionale a produrre beni relazionali.
Scambiare esperienze, servizi, saperi, beni, competenze, rappresenta non solo una forma di economia alternativa/complementare  al mercato, ma un’espressione di democrazia e di uguaglianza, nonché un veicolo di apprendimento permanente non formale che stimola la crescita della cultura della cittadinanza attiva ed il rafforzamento della coesione sociale.
In bdt ogni scambio è paritario perché è misurato in tempo, e ogni ora di tempo offerta o ricevuta ha lo stesso “peso” e valore, quale che sia il contenuto e il suo prezzo di mercato. Ciò non significa però che le bdt non producano ricchezza: infatti, la quantità di scambi effettuati ogni anno tra gli associati, e tra loro e altri soggetti (enti, amministrazioni, istituzioni, organizzazioni di cittadinanza attiva) è concretamente misurabile in termini di soddisfacimento di bisogni materiali, quelli valutabili cioè in danaro corrente. Specialmente in questo momento di crisi diffusa-attraverso intese anche con altre associazioni– si tratta di produrre ricadute positive rilevanti sull’economia familiare e sociale, anche con progetti a sostegno della creazione di attività possibili attraverso gli scambi della bdt. 
La relazione fondata sullo specifico paradigma della reciprocità ci fa guardare l’altro non solo come “altro da se” (differente e distinta da se), ma anche come “altro di se” (necessario, fondamentale per la realizzazione di se). Sicché nella dinamica della reciprocità, io sono attento all’altro, lo sostengo nella sua diversità ed egli nel contempo assume il medesimo atteggiamento nei miei confronti.
Lo scambio paritario/reciproco delle bdt non consente solo pari dignità tra le persone (ciascuno impara a valorizzare le proprie risorse e a esprimere i propri bisogni), ma anche l’allargamento della relazione interpersonale: il clima di fiducia che si costruisce tra gli associati rende possibile la reciprocità indiretta, per cui X può chiedere a Y ma offrire a Z e viceversa.
Visualizzare la reciprocità indiretta come una fitta rete sociale in cui le relazioni non sono necessariamente parallele (anzi!), rende anche conto di un ultimo carattere distintivo delle bdt. Mentre le associazioni di volontariato intendono dare risposta a specifiche e continuative situazioni di disagio con interventi spesso di tipo professionale, la bdt funziona come una rete leggera che può essere utile indifferentemente a ciascuno in ogni contingenza e in ogni fase del ciclo di vita perché consente di immettere in relazione positiva le proprie risorse e i propri bisogni con le risorse e i bisogni degli altri presenti nella comunità.
Un obiettivo quindi di prevenzione sociale a tutto campo, più che di terapia specifica. E che è perseguito tramite un’organizzazione che è auto organizzazione, e che affronta le situazioni in prima persona, senza schemi precostituiti, fidando sulla responsabilità e sulla creatività di ciascuno. 
Data la complessità e rilevanza sociale e politica della ridefinizione dello statuto del terzo settore, è necessario il coinvolgimento di tutti i soggetti non solo degli addetti ai lavori.
Al contempo l’Associazione Nazionale sottolinea con forza che è un errore, e come tale non va condiviso, ritenere che l’impresa sociale debba svolgere un ruolo centrale all’interno del terzo settore, come indicato dalla proposta del governo: è importante che la strutturazione del sociale veda al centro l’auto organizzazione, la reciprocità, la cooperazione e il volontariato.